Anni ’60

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VESPA 50 N (1965-1973)

Vespa 50N
Vespa 50N

Offerta in diverse versioni, la prima Vespa 50 riscuote un immediato successo soprattutto presso i giovanissimi. La cilindrata e la potenza di soli 1.5 Cv le aprono il mercato dei quattordicenni, che la possono guidare senza targa e senza patente. Rispetto ai modelli di maggiore cilindrata, la scocca si presenta più piccola, ma quello che maggiormente la caratterizza è il fatto di avere i cofani laterali integrati in essa anzichè riportati al suo esterno. Il cambio è a 3 marce. Per accedere al motore si apre uno sportellino incernierato nella fiancata stessa. Il fanale è rotondo e senza cornice; il contachilometri è fornito come accessorio e viene montato nel centro del manubrio in luogo di una sede tonda protetta da un tappo in plastica. La sospensione anteriore presenta un unico ammortizzatore con molla incorporata. Le ruote sono da 9″, e la scritta sullo scudo è di colore blu scuro a partire dal 1° Ottobre 1967 assume una colorazione nera). Sempre dal 1967 questo modello viene prodotto con telaio allungato. Il numero di esemplari prodotti per il modello. Vespa 50 N è stato di 189.977; per il modello Vespa 50 N allungata è stato di 83.299.


VESPA 50 L (1966-1970)

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Vespa 50 L

La serie L è una versione meglio rifinita rispetto alla N. Lo scudo anteriore presenta un profilo in alluminio, le scritte sullo scudo e sopra al fanalino posteriore sono in rilievo, il parafango anteriore presenta un fregio, le strisce gommate sulla pedana hanno un profilo in alluminio, la sella ha il gancio portaborse anteriore e il fanale ha una ghiera in acciaio inox. La 50 L è anche più comoda e ha una sospensione anteriore con ammortizzatore idraulico a doppio effetto. Il cambio è a 3 velocità. A partire dal 1967 anche la 50 L viene prodotta con il telaio allungato. Il numero di esemplari prodotti per il modello Vespa 50 L è stato di 30.932; per il modello Vespa 50 L allungata è stato di 87.063.


VESPA 90 (1963-1967)

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Vespa 90

Dedicata essenzialmente ai mercati esteri, la Vespa 90 è in pratica identica alla versione 50. I particolari che la distinguono sono le ruote di maggiori dimensioni (10″) e l’impianto elettrico più potente per effetto delle nuove luci relative all’abbagliante e allo stop. Lo scudo presenta un bordo in alluminio, la sospensione anteriore ha l’ammortizzatore idraulico a doppio effetto. la scritta sullo scudo è di colore blu scuro. Blu scuro anche per la sella, singola. La versione biposto è optional. Si rivela un modello di scarso successo, ma sarà la base della grintosissima versione Super Sprint. Il numero di esemplari prodotti è stato di 24.000.


VESPA 90 Super Sprint (1965-1971)

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Vespa 90 Super Sprint

Se la Vespa sportiva degli anni ’50 era ovviamente la “Sei Giorni”, la Super Sprint è la sua erede degli anni ’60. Piccolissima, compattissima e con prestazioni elevate, si differenzia nettamente dalle altre in catalogo. Si presenta con una linea che lascia pochi dubbi sulla sua destinazione sportiva. Persino la scocca è tagliata per renderla particolarmente filante, basta guardare il profilo dello scudo e del parafango anteriore. Anche il manubrio si presenta più stretto. Ma per rafforzare questa immagine sportiva si ricorre ad una particolare soluzione estetica funzionale, che fa della 90 SS un modello unico: la presenza della ruota di scorta posta in verticale sullo scudo, con sopra un finto serbatoio (in realtà un portaoggetti) con tanto di poggiapetto come nelle motociclette da competizione; in questo modo il pilota è invitato ad appoggiarsi il più possibile durante la corsa, proprio come si fa quando è necessario raggiungere le massime prestazioni. Un altro componente che caratterizza la Super Sprint è la marmitta di forma allungata e cromata, ben diversa dalla sagoma a pentolino degli altri modelli. La sua tonalità di scarico, particolarmente argentina e sibilante, spingerà alla modifica molti proprietari della successiva 125 Primavera. Le prestazioni sono interessanti decisamente inferiori alle aspettative sportive: la velocità massima supera di poco i 90 Km/h. Ma il fascino di “questa Vespa così poco Vespa” suscita il fascino di tutti i sedicenni e di coloro che amano la guida sportiva di uno scooter. Da questo punto di vista per le 90 Super Sprint non esistono rivali ne sono dimostrazione le gare alla quale prende parte: Giro d’Italia, velocità in circuiti quali le piste di Vallelunga ed Imola. Per non parlare delle gimkane, dove la Super Sprint primeggia sempre grazie alla sua straordinaria maneggevolezza. Dal 1971 al 1974 è stata costruita in 3.515 esemplari anche la versione speciale “Gruppo Piloti Sportivi” (V9SS2T), contraddistinta dalla mancanza della ruota di scorta e del bauletto. Il numero di esemplari prodotti per il modello Vespa V9SST è stato di 5.309; per il modello Vespa V9SS2T è stato di nr 3.515.


VESPA 125 – Serie VNA (1958-1960)

Vespa 125 VNA1T
Vespa 125 VNA1T

La 125 del 1958 si riconosce esteticamente per il faro alto, montato al manubrio. Questa suluzione, che si era vista in precedenza soltanto nella versione economica “U” del 1953, venne estesa successivamente alle Vespa 150. Da questo modello in poi il faro rimane sempre nella medesima posizione. Il manubrio è scomponibile. Altri elementi stilistici che caratterizzano questa serie sono la costolatura a baffo ricavata per stampata sul fianco dei due cofani laterali. Per la prima volta la carrozzeria è formata da due semigusci in lamiera, saldati in senso longitudinale, con un rinforzo centrale. Il cofano motore è asportabile, la miscela è al 5% ed il cambio a 3 velocità. Il numero di esemplari prodotti per il modello Vespa VNA1T è stato di 67.031; per il modello Vespa VA2T è stato di 48.400.


VESPA 125 – Serie VNB (1959-1966)

VESPA 125 I SERIE - VNB1T/VNB2T (1959-1961)
VESPA 125 I SERIE – VNB1T/VNB2T (1959-1961)

Il manubrio è ancora scomponibile in due semigusci, come nella serie precedente. Per adeguarsi al nuovo Codice della Strada questa 125 è dotata di luce di stop e di conseguenza viene potenziato l’impianto elettrico. Ma la modifica più importante è data dal nuovo propulsore, che utilizza il sistema di ammissione a disco rotante, con la possibilità di alimentazione con miscela al 2 anzichè al 5%. Il carburatore è alloggiato sul carter anzichè sul cilindro. La ridotta percentuale d’olio deriva dal fatto che con il nuovo condotto di ammissione la miscela investe l’imbiellaggio direttamente, lubrificando così i cuscinetti della biella. La luce di ammissione ricavata sul carter è regolata ad ogni rotazione dell’apertura e chiusura del contrappeso sinistro dell’albero motore. I vantaggi sono notevoli: migliore fluidità nell’erogazione, minori depositi carboniosi e minori costi di esercizio. Il cambio è a 3 marce. La versione VNB1 ha il carburatore privo di starter e il contachilometri opzionale; la versione VNB2T ha il carburatore con starter e il contachilometri di serie. Il numero di esemplari prodotti per il modello Vespa VNB1T è stato di 88.449; per il modello Vespa VNB2T è stato di 33.698.


VESPA 125 II SERIE – VNB3T/VNB4T (1961-1963)

La seconda serie si riconosce per la conformazione del manubrio, che ora è in un corpo unico anzichè scomponibile ed è realizzato in fusione di alluminio. Il fanalino posteriore è cromato anzichè verniciato, e il pedale del freno ha il gommino antiscivolo. Lo scudo presenta un bordino in alluminio. Il cambio è a tre marce. Per la versione VNB3T non è prevista la targa; è priva di modanature sui cofani e anche della batteria. La versione VNB4T ha la carrozzeria squadrata nella parte posteriore per poter inserire la targa e presenta inoltre due mondanature sui cofani. Il numero di esemplari prodotti per il modello Vespa VNB3T è stato di 55.695; per il modello Vespa VNB4T è stato di 46.083.


VESPA 125 III SERIE – VNB5T/VNB6T (1963-1966)

La più importante modifica per la terza serie è data dal nuovo cambio a 4 rapporti anzichè 3 come era stato finora. La versione VNB5T ha i cerchi verniciati in tinta e il fanale posteriore di forma arrotondata e di piccole dimensioni. La versione VNB6T esibisce i cerchi color alluminio, mentre il fanale posteriore squadrato è di maggiori dimensioni. La scritta sullo scudo è in rilievo. La possibilità di utilizzare la miscela al 2% e l’introduzione del cambio a 4 velocità rendono questo modello interessante per una larga schiera di utenza. La Vespa è sempre più moderna ed apprezzata, come confermato dal grande successo delle vendite. Il numero di esemplari prodotti per il modello Vespa VNB5T è stato di 42.239; per il modello Vespa VNB6T è stato di 34.438.


VESPA 125 Super (1965-1969)

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Vespa 125 Super

Modello utilitario, mantiene le ruote da 8″ delle serie precedenti ma sarà l’ultimo modello ad impiegarle. Cambia invece la carrozzeria, più moderna grazie ad una forma più slanciata e spigolosa: è la stessa della GL. Lo scudo ha un bordo in alluminio, il contachilometri è di nuovo disegno, con sagoma ovale. Il faro è rotondo e senza cornice. Si tratta di un modello particolare, che abbina ad un’estetica aggiornata le ormai datate ruote di piccolo diametro. Non riscuote particolare interesse sul mercato, e viene sostituito dalla GT. Il numero di esemplari prodotti è stato di 24.146.

 


VESPA 125 GT (1969-1973)

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Vespa 125 GT

 

Simile alla 125 Super, si distingue essenzialmente per le ruote che sono da 10″. Le prestazioni sono leggermente superiori grazie ad un rapporto di compressione più elevato. Il faro è trapezoidale. Adesso la trasformazione è completa: la carrozzeria è sempre più moderna (grazie anche al nuovo faro). Il numero di esemplari prodotti è stato di 51.582.


VESPA 125 Nuova (1965-1967)

Vespa 125 Nuova
Vespa 125 Nuova

La 125 che nasce nel 1965 si basa sulla scocca di piccole dimensioni inizialmente concepita per la 50. La scocca stessa presenta per la prima volta i gusci laterali saldati al corpo principale. L’accesso al motore avviene tramite uno sportellino laterale. Nuovo anche il propulsore, che per la prima volta ha il cilindro inclinato di 45° anzichè essere orizzontale. Le ruote sono da 10″ per la prima volta su una 125. La sella può essere monoposto oppure biposto. La sospensione anteriore presenta l’ammortizzatore coassiale con la molla. Si tratta di un modello interessante, che però non riscuote molto successo per via delle scarse prestazioni. Per rimediare, la Piaggio presenta sul mercato la versione denominata Primavera che, proprio in forza del suo comportamento brillante, riscuote invece un successo enorme di pubblico. Il numero di esemplari prodotti è stato di 17.100.


VESPA 150 – VBA1T/VBB1T/VBB2T (1958-1967)

VESPA 150 I SERIE - VBA1T (1958-1960)
VESPA 150 I SERIE – VBA1T (1958-1960)

Prima della 125, la 150 modifica la meccanica passando alla distribuzione rotante. Questo consente di utilizzare la miscela benzina-olio al 2%. Il carburatore è alloggiato sul carter anzichè sul cilindro, come sulla I serie della 150 GS introdotta nel 1955. La ridotta percentuale d’olio nella miscela trova motivazione nel fatto che, con il nuovo condotto di ammissione, la miscela stessa investe l’imbiellaggio direttamente, lubrificando così i cuscinetti di biella. La luce di ammissione ricavata sul carter è regolata ad ogni rotazione dell’apertura e dalla chiusura del contrappeso sinistro dell’albero motore. I vantaggi che ne derivano sono apprezzati dagli utenti: migliore fluidità nell’erogazione della potenza, minori depositi carboniosi e costi di esercizio più contenuti. Il numero di esemplari prodotti è stato di 348.812.


VESPA 150 II SERIE – VBB1T/VBB2T (1960-1967)

Sui cofani sono presenti dei fregi, il cambio è a 4 marce e nell’impianto elettrico non figura più la batteria. La versione VBB2T presenta invece la parte posteriore squadrata per poter predisporre l’alloggiamento della targa. Il motore con miscela al 2% è particolarmente gradito per l’erogazione più fluida rispetto al passato. Anche i minori depositi carboniosi sono un vantaggio importante. Restano invece le ruote piccole, ancora da 8″. Per avere quelle da 10″ bisogna passare alla lussuosa GL. Il numero di esemplari prodotti per il modello VBB1T è stato di 145.000; per il modello VBB2T è stato di 134.147.


VESPA 150 GL (1962-1965)

Vespa 150 GL
Vespa 150 GL

Con la sigla GL (Gran Lusso) questa 150 si rivolge agli appassionati più esigenti. La linea si presenta decisamente più moderna, con un parafango anteriore più slanciato e una serie di fregi cromati per evidenziare una maggior ricercatezza nelle finiture. Il manubrio ha forma rettangolare. Il faro è trapezoidale e ha una cornice cromata. Le ruote sono maggiorate a 10″ e il parafango anteriore è di maggiori dimensioni. La calandra copristerzo forma un corpo unico con lo scudo. Lo scudo stesso è dotato di un bordo in alluminio. La scritta “Vespa GL” ha una nuova grafica ed è di colore blu scuro, così come il coprisella e la maniglia del passeggero. Il numero di esemplari prodotti è stato di 79.855.


VESPA 150 Super (1965-1969)

Vespa 150 Super
Vespa 150 Super

Come anche la 125 Super, prodotta contemporaneamente, la 150 mantiene le ruote da 8″ e incontra scarso successo nelle vendite in Italia, per la sua linea non particolarmente azzeccata. Il fanale è rotondo. Questo modello viene destinato principalmente all’esportazione, ed è commercializzata fino alla fine degli anni Settanta. L’abbinamento tra la scocca di linea aggiornata e le ruote di piccolo diametro comincia a risultare un pò stridente e il pubblico dimostra ormai di apprezzare il passaggio alle ruote di maggiori dimensioni. Il numero di esemplari prodotti è stato di 553.808.


VESPA 150 Sprint (1965-1974)

Vespa 150 Sprint
Vespa 150 Sprint

Questa bella 150 dalle prestazioni notevoli sostituisce la GL. La linea viene ritoccata e rimarrà immutata per molti anni a dimostrazione della validità del progetto. Il fanale ha forma trapoidale, il parafango anteriore e i cofani sono arricchiti da fregi lineari. L’estetica è moderna, con modanature lucide riportate che contribuiscono a slanciare la linea. Le ruote sono da 10″, come ampiamente gradito dal pubblico. Il cambio è a 4 velocità e le prestazioni sono interessanti. Non vi è motivo di stupore per il grande successo commerciale conseguito dalla Sprint, un modello così riuscito da rimanere in listino fino a tutta la metà degli anni Settanta. Il numero di esemplari prodotti per il modello VLB1T è stato di 119.546; per il modello VLB2T è stato di 1.522.


VESPA 160 GS (1962-1964)

VESPA 160 GS I SERIE - VSB1T (1962-1963)
VESPA 160 GS I SERIE – VSB1T (1962-1963)

Erede della GS 150, la 160 si distingue esteticamente per la linea più moderna e alleggerita, come nel parafango anteriore. Cambia anche la sospensione anteriore, la molla ha l’ammortizzatore incorporato. I freni hanno i cerchi simmetrici e i cofani sono entrambi asportabili. La ruota di scorta si trova posta sotto il cofano sinistro. La sella è di colore grigio chiaro. La parte posteriore presenta uno sportellino incernierato che cela una sacca porta attrezzi. Nonostante i miglioramenti, non riuscirà ad entrare nel cuore degli appassionati come la GS 150. Il numero di esemplari prodotti è stato di 29.000.


VESPA 160 GS II SERIE – VSB1T (1963-1964)

La seconda serie della GS 160 è riconoscibile per la presenza del bauletto portaoggetti posto dietro allo scudo. Questo sostituisce la sacca porta attrezzi della serie precedente, collocata sotto lo sportellino posteriore. Il sellone è di colore nero. La presenza del nuovo bauletto rende questa GS molto interessante per tutti coloro che non amano montare il portapacchi. Lo sportello, di generose dimensioni, consente il trasporto di oggetti relativamente voluminosi, che non avrebbero trovato spazio attraverso il piccolo sportellino della serie precedente. Il numero di esemplari prodotti è stato di 31.000.


VESPA 180 Super Sport (1964-1968)

Vespa 180 Super Sport
Vespa 180 Super Sport

In sostituzione della GS 160, che non era stata particolarmente apprezzata, la Piaggio propone il modello 180, decisamente più performante. Denominato Super Sport, ha una velocità massima di 105 Km/h e risulta il più veloce tra gli scooter di quegli anni. La linea è più squadrata e moderna, arricchita da alcuni tratti della GL (come il faro trapezoidale). Rispetto alla 160 risulta abbassata la sospensione posteriore, e alzato il manubrio mediante l’allungamento del tubo dello sterzo. I cofani laterali e il parafango anteriore sono più spigolosi e presentano fregi lineari in alluminio. Con la 180 Super Sport viene utilizzata per l’ultima volta nel motore l’aspirazione controllata dal pistone. Nel successivo modello 180 Rally si passerà infatti al sistema con valvola rotante. Il numero di esemplari prodotti è stato di 35.700.


VESPA 180 Rally (1968-1973)

Vespa 180 Rally
Vespa 180 Rally

La 180 Rally sostituisce il precedente modello Super Sport e viene migliorata sia nel motore che nella carrozzeria. Il propulsore risulta completamente diverso e aggiornato, dato che impiega l’aspirazione a valvola rotante anzichè la luce sul cilindro. Sul piano estetico, invece, la nuova 180 è dotata di un faro tondo di grandi dimensioni e di una sella allungata e più comoda. Il tachimetro ha la scala con fondo nero, il bauletto è posto dietro allo scudo ed è di nuovo design. I cofani laterali hanno una linea più moderna, priva di modanature, e completata dalle guarnizioni nere alla giunzione con la scocca. Nere anche le manopole al manubrio. Le leve del freno e frizione sono provviste alle estremità di una sfera di sicurezza antiscivolo. I primi modelli hanno il fanalino posteriore cromato, mentre in seguito diventa più squadrato e in tinta con la carrozzeria. Nuovo è anche il disegno della marmitta. Il numero di esemplari prodotti è stato di 26.495.


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