Anni ’40

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VESPA 98 (1946-1948)

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Vespa 98 II serie

Il modello 98 è sicuramente il più significativo di tutta la produzione Vespa, per il fatto che si tratta del primo modello ad essere commercializzato. Questo primo esemplare mette subito in risalto quelle caratteristiche peculiari che si manterranno immutate per tutti i primi cinquant’anni della storia della Vespa quali: la scocca portante, il motore laterale, la trasmissione finale diretta e le ruote intercambiabili. La 98 viene presentata al grande pubblico durante la Fiera di Milano nell’aprile del ’46 e suscita enorme stupore in tanti italiani. Un mese prima era stata vista solo da una ristretta cerchia di persone presso il “Golf Club di Roma”. La Piaggio presenta il nuovo mezzo come “motoleggera utilitaria” per rassicurare la clientela sulla protettività della scocca in lamiera. In primavera vengono consegnati i primi esemplari che escono dallo stabilimento di Pontedera, a un prezzo di 55 mila lire. Tecnicamente la 98 non si discosta molto dal prototipo del 1945 che l’ha peceduta: in pratica l’unica differenza notevole risiede nel tipo di raffreddamento che, invece di immettere l’aria con un passaggio naturale attraverso le feritoie del cofano, utilizza una ventola per l’aria forzata. Per sperimentare questa soluzione, l’ingegnere “D’Ascanio” introduce del borotalco nel convogliatore per verificare i passaggi, una prova empirica ma efficace che i presenti ricordano anche per essersi ricoperti completamente di bianco. La clientela apprezza la grande semplicità d’uso, la protettività, l’affidabilità, la pulizia del veicolo e anche l’eleganza di questo nuovo veicolo. La presenza della ruota rassicura nei trasferimenti sulle strade in cattive condizioni dovute alla guerra finita da poco. L’avviamento a pedivella si dimostra facilissimo e mette chiunque in condizione di metteri alla guida della Vespa. I difetti riscontrati nella 98 riguardano sostanzialmente il comfort, limitato per la ridottissima efficacia della sospensione anteriore. Questa non presenta infatti una molla elicoidale come nei modelli successivi, ma soltanto una coppia di piccole molle a spirale. La sospensione posteriore è in pratica inesistente e si fa affidamento unicamente alle molle della sella. Da perfezionare anche il cambio, che utilizza quattro bacchette metalliche; quando queste prendono gioco, gli innesti si fanno più difficoltosi e si deve ricorrere a una regolazione. Le vibrazioni sono piuttosto contenute, ma a volte possono provocare il distacco della pedivella di avviamento. Manca il cavalletto, quindi si è costretti a parcheggiare la Vespa coricandola su un fianco, soluzione che verrà in seguito abbandonata. La prima versione della 98 è riconoscibile dalle successive per la sagoma del parafango anteriore che risulta particolarmente estesa e avvolgente sui fianchi, ma che esige la rimozione delle pareti mobili per la sostituzione della ruota. Altri particolari: la marmitta è del tipo a flauto, la sella ha le molle cilindriche, il fanale posteriore è a pera, la leva di avviamento è dritta, la sospensione anteriore ha la spirale con un ricciolo, i cofani appoggiano a una sede e sono fissati con un gancio a molletta. Il numero di esemplari prodotti sono stati 1.399.


VESPA 98 II SERIE (1947-1948)

La 98 viene migliorata in tanti piccoli particolari: il parafango anteriore perde le pareti mobili e diventa di tipo normale (dal telaio 2400). La marmitta è di tipo squadrato (telaio 2280). Le molle della sella assumono una forma conica (telaio 3800). I cofani presentano una guarnizione di chiusura, con un pomello (telaio 1150). Rimangono la pedivella di avviamento dritta e il fanalino posteriore a pera. Continuano i piccoli interventi per migliorare la 98. La forma della pedivella di avviamento non è più dritta ma arquata, per una più agevole messa in moto (telaio 5779). Il fanalino posteriore è tondo (telaio 5740). La molla della sospensione anteriore ha la spirale dritta (telaio 5600). Gli ultimi esemplari presentano l’attacco di supporto del motore in lega di alluminio anzichè in acciaio. Il numero di esemplari prodotti sono stati 15.680.


VESPA 125 (1948-1950)

Vespa 125 I serie
Vespa 125 I serie

Se la 98 riscontra un successo solo discreto nelle vendite, con la Vespa 125 del 1948 si può invece parlare di un vero e proprio boom. Il pubblico non è più diffidente come alla presentazione del 1946 e inoltre la 125 si dimostra decisamente evoluta rispetto al modello precedente. Il gran cambiamento risiede soprattutto nel miglio comfort, che ora prevede sospensioni con molla elicoidale su entrambe le ruote. Manca ancora un ammortizzatore per frenare le oscillazioni della molla, ma rispetto alla 98 la guida è nettamente migliorata. Le prestazioni sono poi decisamente superiori, con un’accelerazione più brillante a una velocità massima che passa dai 60 ai 70 Km/h. Il motore dei primi esemplari presenta una alettatura radiale, in seguito diventa verticale. Il comando del cambio rimane a bacchetta come sulla 98 ma, invece di risultare totalmente esterno, si trova in un tunnel centrale poco dietro il pedale del freno. Su questa prima serie sono presenti due occhielli che permettono di inserire un lucchetto e bloccare il manubrio al centro dello scudo. Per la prima volta compare il gancio appendi-borse sotto alla sella. Questa presenta per la prima volta una molla nella parte anteriore. Per la prima volta il rubinetto della benzina è provvisto della posizione della “riserva”. Il pulsante di massa è collocato poco sotto la sella. Il fanalino
posteriore è tondo, costruito dalla Feme. Gli ultimi esemplari sono equipaggiati con il blocchetto dei comandi elettrici a forma di spicchio e non più rotonda. I primi modelli sono privi di cavalletto, in seguito viene montata una stampella laterale. Solo gli ultimi esemplari prodotti presentano un cavalletto con i terminali a ricciolo. I numeri di telaio vengono inizialmente punzonati sotto la molla centrale della sella, in seguito vengono spostati, dapprima sul bordo dello sportello, in corrispondenza del vano del carburatore, poi sul lato sinistro della scocca sotto il cofano porta attrezzi. Il tappo della benzina è a sgancio rapido. Rispetto alla 98, il monobraccio della sospensione anteriore passa da sinistra a destra e da questo momento manterrà questa collocazione per tutta la successiva produzione di Vespa. Questo modello riscontra un notevole interesse da parte del pubblico, la cui reazione di forinte alla 98 risultava in realtà un pò diffidente. Cominciano i primi raduni di vespisti e si va delineando l’inizio di un grande successo commerciale. Il numero di esemplari prodotti sono stati circa 35.000.


VESPA 125 II SERIE – V2T/V14T (1949-1950)

La “bacchetta” seconda serie presenta diverse modifiche rispetto alla prima versione. La più importante è data dal comando del cambio che, anzichè impiegare elementi rigidi con snodi, utilizza per la prima volta un sistema misto bacchetta-cavi flessibili. Al manubrio è montato un devialuci con il pulsante di massa. Per quanto riguarda il motore sono nuovi il coperchio della ventola e la cuffia copri-cilindro. La marmitta viene prodotta dapprima a forma di scatola, poi a sogliola. Sui primi esemplari il pulsante di massa è posto sotto la sella. Il fanale posteriore è in costruzione mista vetro-plastica, costruito dalla Sirle. Il numero di esemplari prodotti sono stati circa 52.000.


VESPA 125 III SERIE V15T (1950)

La “bacchetta” terza serie si distingue dalla precedente soprattutto per la differente conformazione della scocca, che si presenta priva delle nervature di rinforzo. La scocca nelle fiancate è completamente liscia. Il fanale anteriore, in precedenza montato con una rivettatura, diventa imbullonato sul parafango,con l’interposizione di una guarnizione nera. Il cavalletto di sostegno è arricchito da due elementi di appoggio in gomma. La marmitta è cromata e assume una nuova forma ovale. Il numero di esemplari prodotti sono stati circa 17.000.


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